Ca' Pesaro

Ca' Pesaro

DONI A CA' PESARO. Per la morte di Otello. Omaggio a Pompeo Molmenti.

Percorso

Allestita nella Sala 10, questa mostra è un omaggio a Pompeo Marino Molmenti (1819 – 1984), interprete tra i più grandi della pittura veneziana del secondo Ottocento, maestro nel senso più pregnante del termine della generazione di Favretto, Nono, Fragiacomo, Laurenti.
La Venice Foundation ha recentemente acquisito per Ca’ Pesaro due preziosissime tele dell’artista, preparatorie al grande dipinto capesarino (cm 244 x 430) su La morte di Otello, rientrato a Ca’ Pesaro dalle Sale Apollinee del Teatro La Fenice dove è stato esposto in occasione della riapertura del Teatro, che hanno suggerito e consentito la realizzazione della mostra.
Il dipinto commissionato dai banchieri veneziani Papadopoli nel 1866, ebbe tempi lunghissimi d’esecuzione, al punto che fu esposto a Venezia solo nel 1879, quand’ era già “famoso” e fu anch’esso acquisito da Ca’ Pesaro nel 1924 per mezzo di una donazione (della Banca Commerciale Italiana). L’opera raffigura l’ultima scena del dramma shakespeariano quando Otello, uccisa per gelosia la moglie Desdemona, resosi conto della sua innocenza, si trafigge con la spada davanti agli inviati della Serenissima. Già alcuni studi preparatori della Morte di Otello erano confluiti nelle collezioni di Ca’ Pesaro; si tratta di dipinti preparatori della versione finale: la Testa di vecchio e la Testa di ragazzo erano pervenuti al Museo dal lascito del nipote dell’artista, Pompeo Gherardo Molmenti; l’olio su vetro con la figura di Emilia svenuta era invece stato acquistato da Guido Perocco nel 1961 presso gli eredi.
L’arrivo in Museo dei due dipinti, relativi all’opera maggiore, testimoniano non solo il lungo lavoro preparatorio svolto dal Maestro, ma anche idee e tentativi diversi.
Il primo dei due dipinti è la testimonianza, inedita, di una ideazione della scena finale che in seguito verrà modificata; siamo quindi davanti alla tappa iniziale del lavoro, quando, sulla scorta di disegni ed abbozzi che per ora sono dispersi, l’artista si predisponeva a inscenare i momenti finali del dramma. In questa prima versione Otello, che è senza turbante, è collocato in posizione più centrale, manca l’altarolo che si vede nella seconda versione e invece si scorge, al centro e sul fondo, il letto di Emilia che qui giace svenuta in posizione diversa rispetto alla versione definitiva. Molti i punti divergenti anche nella parte destra del dipinto, con paggi giovani e in atteggiamento distaccato e freddo.
Il secondo dipinto segna invece una tappa molto avanzata nella direzione della versione finale; Otello è collocato nel margine sinistro del proscenio, c’è la figura del vecchio inviato della Serenissima in primo piano – sicuramente un autoritratto del pittore – e la disposizione sulla destra è mutata: gli astanti partecipano emotivamente all’epilogo del dramma. Provenienti dagli eredi di Molmenti, i dipinti completano così il già cospicuo numero di lavori che attorno all’opera principe erano presenti nelle raccolte museali.
Di raffinatissima esecuzione anche il terzo dipinto acquisito per la generosità di Venice International Foundation, un piccolo prezioso ovale per il ritratto de Lo zio Ferrari.
E’ venuta quindi spontanea l’idea di allestire una sala in onore di Molmenti, a centodieci anni dalla morte, tanto più che nelle collezioni del nostro Museo figurano già, anche nella ritrattistica, due dipinti di grande interesse, Ritratto di signora, e quel capolavoro che è Ritratto di giovane signora, già esposto nel 1923 da Nino Barbantini alla mostra del Ritratto veneziano dell’Ottocento. E’, quest’ultimo, il fiore all’occhiello della ritrattistica veneziana e uno dei vertici del ritratto italiano del XIX secolo; la giovane con ventaglio continua a stupire ancora oggi per la qualità sublime della pittura, per la grazia che spira dal suo volto e, non ultimo, per la preziosità degli abiti e degli ornamenti; è noto che il ritratto ha suggerito a Luchino Visconti più di un’idea per i costumi della principessa Salina ne Il Gattopardo.
Nel complesso a Ca’ Pesaro sono conservate, ed ora integralmente esposte, ben nove opere di Pompeo Molmenti; un omaggio al grande pittore e all’Accademia di Belle Arti di Venezia.