Ca' Pesaro

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SALOTTO LONGHENA 2024 | Polifonie italiane

27 marzo – 14 aprile 2024

ELENA MAZZI

Nella sua pratica artistica, Elena Mazzi parte dall’esame di territori specifici, rilegge il patrimonio culturale e naturale dei luoghi intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali, nell’intento di suggerire possibili risoluzioni del conflitto uomo-natura-cultura. La sua metodologia di lavoro, vicina all’antropologia, privilegia un approccio olistico volto a ricucire fratture in atto nella società, che parte dall’osservazione e procede combinando saperi diversi. 

Elena Mazzi, nata nel 1984 in Italia, ha studiato arti visive presso l’Università Iuav di Venezia, seguito da un periodo di formazione al Royal Institute of Art di Stoccolma. L’artista sta attualmente conseguendo un dottorato di ricerca presso Villa Arson a Nizza. Fra le sue mostre e presentazioni personali si ricordano la Biennale di Lulea, PAV – Parco Arte Vivente a Torino, der TANK a Basilea, BIENALSUR, MADRE a Napoli, ar/ge kunst a Bolzano, Sodertalje Konsthall a Stoccolma, Whitechapel Gallery di Londra, BOZAR a Bruxelles, Museo del Novecento di Firenze, MAGA di Gallarate, GAMeC a Bergamo, MAMbo a Bologna, Sonje Art Center a Seoul, Palazzo Fortuny a Venezia, 16° Quadriennale di Roma, GAM di Torino, 14° Biennale di Istanbul, 17° BJCEM Biennale del Mediterraneo, COP17 a Durban, Istituto Italiano di Cultura a New York, Bruxelles, Stoccolma, Johannesburg e Cape Town, Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Mazzi ha partecipato a residenze quali ZK/U, Skaftfell Center for the Arts, HIAP a Helsinki, Guilmi Art project, Via Farini, Fundacion Botin, Fondazione Bevilacqua La Masa, Future Farmers A.I.R., Spinola Banna per l’arte, Botkyrka AIR. L’artista è stata nominata per premi quali Cantica21 promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali, Italian Council, Premio Ermanno Casoli, Premio STEP Beyond, Premio OnBoard, VISIO Young Talent Acquisition prize, premio Eneganart, borsa Illy per Unidee, Fondazione Pistoletto, nctm e l’arte, premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, premio Lerici Foundation e Movin’up.


 

OPERE IN MOSTRA DAL 27 MARZO AL 14 APRILE 2024:

Nell’ambito della rassegna, Elena Mazzi presenterà due video: POÇ e Encounters (2018).

Elena Mazzi, POÇ, 2023 Still da video. Courtesy Ephemera. Cultura immateriale e l’artista

Il primo, POÇ (2023) è un film e nuova produzione di Elena Mazzi, articolato attorno a una piscina d’acqua cristallina in cui la natura si sposa a un intervento umano: il Poc è una piscina alimentata da una fonte naturale, che gli abitanti del luogo mantengono con cura e affetto, quasi come fosse un protagonista animato delle loro vite. In effetti non è solo un luogo di giochi, ma anche il costante soggetto di operazioni di pulizia e manutenzione che tradiscono sia l’orgoglio della comunità, sia la sua gratitudine alla natura. Sito lontano dal turismo, protetto e custodito dalla comunità come un prezioso patrimonio segreto, il Poc si rivela tanto “inutile” quanto necessario a cementare un’identità quasi di famiglia e ad alimentare la confidenza reciproca.

Il secondo video, Encounters (2021) è l’ultima parte di un ciclo di opere realizzato dall’artista dopo un incidente avuto tuffandosi da una scogliera. Per ritrovare una sintonia tra corpo e paesaggio, e a seguito di un forzato periodo di sedentarietà, nel 2018 l’artista ha deciso di compiere un viaggio in alcune aree dell’Islanda, una realtà dove essere umano e natura convivono pacificamente, come dimostrato dalle numerose piscine naturali utilizzate quotidianamente e localizzate in aree impervie e remote del Paese. Di estrema rilevanza simbolica, a livello storico, sociale e paesaggistico è la piscina di Seljavallalaug, scolpita nella montagna negli anni ’20 del Novecento da un abitante locale per insegnare ai suoi concittadini a nuotare, proprio a seguito di numerosi incidenti avvenuti sulle coste vicine.