Ca' Pesaro

Ca' Pesaro

ARSHILE GORKY 1904 – 1948

Percorso espositivo

MUVE Contemporaneo

Arshile Gorky
1904 – 1948

9 maggio – 22 settembre 2019
Venezia, Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna
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I – RITRATTI E FIGURE

Tra i primi autori che influenzano Gorky c’è Paul Cézanne (1839-1906), come emerge in numerosi lavori degli anni Venti. Alla fine del decennio l’interesse di Gorky si sposta però sempre di più dal maestro di Aix-en-Provence a Pablo Picasso (1881-1973), riconoscendone, come molti altri artisti della sua generazione, il primato nell’arte moderna. È nei ritratti e nelle figure che si vede con maggiore evidenza l’influenza del maestro spagnolo, anche nel passaggio dalla fase classicista al Cubismo.
Negli anni Gorky acquisisce, grazie ai suoi approfonditi studi, una grande varietà di stili tratti da diverse epoche artistiche. Profondamente interessato alla produzione del pittore francese Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867) per il rigore del dettaglio e la raffinatezza dell’insieme, Gorky si spinge molto più indietro, fino alla ritrattistica classica e rinascimentale.
In aggiunta a questi molteplici riferimenti, i ritratti realizzati da Gorky sono permeati da una spiccata, personalissima forza emotiva. Il dipinto della madre prende spunto da una fotografia in cui compare con lei, immagine scattata attorno al 1910 e rievocata con una resa di grande impatto, a suggerire la memoria del tempo e il forte senso di perdita. Allo stesso modo, Ritratto di me stesso e della mia moglie immaginaria (Portrait of Myself and My Imaginary Wife) del 1933-34 presenta elementi dei ritratti classici e dell’arte di Picasso, tuttavia al tempo stesso preannuncia il crescente interesse di Gorky nel Surrealismo e nello studio dell’immaginazione e della proiezione psichica.
In tutti i ritratti di Gorky convivono sia formalismo che intensità: le opere più piccole fondono elementi del cubismo e della tradizione classica e religiosa conservandone le qualità iconografiche, mentre nei più grandi Autoritratto (Self-Portrait) e Ritratto di Master Bill (Portrait of Master Bill) del 1937, che pur mantengono nitidi dettagli del viso, il corpo appare appiattito e semplificato, quasi sciolto nello sfondo. Dipinta nello stesso anno, Figura blu su sedia (Blue Figure in Chair) si muove ulteriormente in direzione cubista e manifesta molti orientamenti comuni. Senza titolo (Signora sorridente), dipinto tre anni dopo, suggerisce nuove influenze artistiche e un avvicinamento al Surrealismo.

 

II – NATURE MORTE

Mentre affina le sue capacità artistiche, Gorky si applica con costanza allo studio e all’emulazione delle tecniche e degli stili di molti autori europei. La sua motivazione non è semplicemente copiare Cézanne e Picasso, né Vassily Kandinsky (1866-1944), Fernand Léger (1881-1955) o Joan Miró (1893-1983), ma trovare un modo per comprenderli – una via per entrare in contatto con la loro forza creatrice, per arrivare letteralmente sotto gli strati della loro pittura, riapplicandoli e appropriandosene, e così facendo, consentire alla propria identità artistica di emergere.
In questa sezione si può vedere come la pittura di Gorky, nell’arco di tredici anni, subisca una serie continua e complessa di cambiamenti. A partire dall’influenza di Cézanne nella Natura morta (Still Life) del 1928, per arrivare a Miró in Dipinto (Painting) del 1941-42, a essere degno di nota non è solo quel che Gorky prende da ognuno dei maestri che si è scelto, ma anche ciò che decide di cambiare, mettendo in ciascuna opera il suo netto segno distintivo. Ed è notevole anche l’effetto cumulativo di questo esercizio; man mano che progredisce, Gorky non abbandona ciò che ha appreso nella lezione precedente, ma piuttosto ci costruisce sopra un nuovo tassello della propria arte. Mentre sviluppa i soggetti e lo stile, elabora allo stesso tempo la propria tecnica pittorica e un personale uso del colore.

 

III – DISEGNI

Il disegno rappresentò per Gorky, fin dalla giovane età e lunga tutta la sua carriera, un’attività costante e di grande importanza. I lavori su carta esposti in mostra evidenziano quanto Gorky abbia usato questo mezzo come promemoria e per elaborare poi la composizione dei dipinti.
La sua abilità di disegnatore e di acuto osservatore è evidente già a partire dalle primissime opere compiute, che rivelano grande raffinatezza ed economia del tratto.
La riconnessione di Gorky con la natura, che avviene all’inizio degli anni Quaranta, innesca la svolta verso una nuova fase del suo lavoro, durante la quale produce il maggior numero di opere su carta. Il disegno dal vero segna la rottura dell’artista con qualunque formalismo residuo del Surrealismo e del Cubismo sintetico, movimenti che non partivano da un lavoro di osservazione diretta della natura, mentre lo ricongiunge all’esperienza artistica di Cézanne e degli impressionisti. Grazie ai disegni realizzati nelle pianure del Connecticut e della Virginia la produzione di Gorky entra nella sua fase matura.
Sviluppando i suoi tratti peculiari, queste composizioni fortemente elaborate presentano, attraverso sottili inserzioni cromatiche, elementi e forme che si possono rintracciare nelle opere successive.

 

IV – ANNI ’40

I primi anni Quaranta sono un momento di svolta nello sviluppo artistico di Gorky. Soggiornando a lungo nelle zone rurali della Virginia e del Connecticut, la sua attenzione si rivolge al mondo naturale che lo circonda, innescando reminiscenze della campagna natìa. Nel catturare la natura tramite i disegni, Gorky attinge alle proprie emozioni, ai ricordi, al mondo interiore. L’immergersi nella natura consente a Gorky di tornare a concentrarsi sulla pratica artistica, superando la lezione dei maestri, antichi e recenti, e lasciando emergere il suo stile personale.
Nei dipinti realizzati in studio, che derivano dai disegni, è evidente la grande conoscenza che Gorky ha della storia dell’arte. A questo punto tutti gli interlocutori con cui aveva dialogato – il tratto di Miró, il colore di Kandinsky, l’equilibrio di Roberto Matta (1911-2002) tra immagini della realtà e astrazioni della fantasia, Picasso, Cézanne, Léger – trovano il loro posto in un nuovo, potente, gruppo di opere. Gorky dimostra di aver fatto proprie tutte queste influenze, unite alle suggestioni del Cubismo e, per certi versi, del Surrealismo e di aver trovato finalmente e in maniera eccezionale la sua cifra stilistica, realizzando una sintesi ora esclusivamente sua.
Le sue esplorazioni sono così sconfinate e profonde che nessuno dei primi influssi artistici finisce poi col predominare sugli altri; così la natura diventa mezzo privilegiato per trovare una propria voce autentica.

 

V – LE ULTIME OPERE

Negli ultimi dipinti di Gorky, un vocabolario fantastico di forme ricorrenti riflette lo stato di fragilità in cui si ritrova l’artista nel momento in cui la sua vita viene sconvolta da una serie di tragici eventi personali. I quadri assumono via via toni sempre più cupi, rivelando un’intensità psicologica estrema, come nelle tele Il Limite (The Limit), Pittura verde scuro (Dark Green Painting) e Ultimo dipinto (Last Painting).
Tra le ultime opere realizzate, la più grande è Il fegato è la cresta del gallo (The Liver Is the Cock’s Comb), che rappresenta forse il punto più alto del suo percorso artistico e umano.
Un intricato sistema di forme astratte, intrecciate in una rete di “flusso di coscienza” visivo e unite alle colate di colore diluito, dà alla composizione un grande senso di movimento e di energia latente. È un esempio sublime di evocazione del mondo naturale, mescolato a una profonda intensità emotiva, fatta di ricordo e immaginazione e resa con elementi fluttuanti in continua mutazione.
Arshile Gorky rimane una figura chiave per l’arte americana. Questo merito gli deriva sia da una conoscenza profonda, e a da autodidatta, della storia dell’arte – sapienza che ha trasmesso ai colleghi artisti – sia dalla abilità di assorbire le diverse tendenze, quali il Cubismo sintetico e il Surrealismo, sviluppandole in un nuovo vocabolario originale.

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Mostra a cura di Gabriella Belli e Edith Devaney

Con la collaborazione di The Arshile Gorky Foundation