CLAUDIO GOBBI
An Atlas of Persistence
a cura di Francesca Fabiani
Mostra fotografica
3 dicembre 2021 – 27 febbraio 2022
Venezia, Ca’ Pesaro
Ca’ Pesaro
Galleria Internazionale d’Arte Moderna – Museo d’Arte Orientale
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La Direzione regionale Musei Veneto e l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del Ministero della Cultura (MiC), assieme alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna Ca’ Pesaro presentano la mostra fotografica Claudio Gobbi. An Atlas of Persistence, a cura di Francesca Fabiani.
L’esposizione propone due progetti fotografici, il primo sull’iconografia degli interni dei teatri del ‘900 lungo tutto l’arco europeo, tracciando una geografia del continente con oltre 25 Paesi; il secondo sull’immutabilità tipologica delle chiese armene, disseminate anche fuori dai loro territori storici, che restituisce una enciclopedia visuale, un album del sempre-uguale.
Come spiega Gobbi: «Uno dei temi centrali del mio lavoro è la ricerca di caratteristiche ricorrenti che possono essere considerate come elementi che definiscono un certo tipo di cultura. Nei teatri, nei giardini giapponesi o nelle chiese armene lo scopo principale è trovare un’immagine che rappresenti l’evidenza di una specifica comunità, un simbolo di appartenenza o il segno di un confine culturale».
La mostra, nata sotto l’etichetta ICCDOFFSITE (formula che consente di presentare le attività dell’ICCD oltre i suoi confini fisici), è il primo appuntamento di un programma di eventi ed esposizioni che troverà la propria vetrina in diverse sedi culturali veneziane, frutto di una felice collaborazione tra partner istituzionali che hanno aperto una linea di confronto sul tema della fotografia. Il comitato scientifico che ha lavorato alla sua realizzazione è composto da Carlo Birrozzi, Marta Boscolo Marchi, Luca del Prete, Francesca Fabiani, Daniele Ferrara.
Claudio Gobbi (Ancona, 1971) studia fotografia all’Istituto Bauer di Milano specializzandosi sotto la guida di Gabriele Basilico. I suoi progetti – caratterizzati da un continuo work in progress – affrontano questioni relative all’identità culturale e ai confini, alla transnazionalità, all’incontro est-ovest, nonché al rapporto tra arte, architettura e antropologia culturale, affrontate a partire dal proprio contesto di appartenenza: l’Europa.
Riconoscimenti: 2003 vincitore del Prix Mosaïque del Centre National de l’Audiovisuel, Luxembourg; 2007 “artist in residence” presso la Cité Internationale des Arts di Parigi; 2009 invitato alla Seconda Biennale di Arte Contemporanea di Salonicco; 2010 progetto di committenza “MAXXI, cantiere d’autore”. Tra le mostre recenti: partecipazione al progetto del Goethe-Institut “The Fine Hands Show” per la Biennale di Krasnoyarks in Russia e alla committenza “Universo Olivetti. Comunità come Utopia Concreta” del Ministero degli Esteri.
Fra le varie pubblicazioni si ricorda la monografia Arménie Ville pubblicato nel 2016 da Hatje Cantz.