CATERINA ERICA SHANTA
Nata in Germania nel 1986, Caterina Erica Shanta è artista visiva e regista. Dopo la laurea magistrale in Arti Visive presso l’Università Iuav di Venezia ha iniziato a lavorare nel campo delle immagini in movimento e delle arti visive con differenti output mediali.
Spesso investiga immagini prodotte da altri per esplorare come queste siano connesse a particolari contesti, talvolta estremi e traumatici. Grazie alla collaborazione con diverse figure professionali, le sue opere generano e/o accostano materiali di diversa natura, le cui frizioni fungono da base comune di un discorso che si esprime attraverso pratiche laboratoriali, pratiche di cinema collettivo, pratiche di libera adesione attraverso open call, collezioni di memorie ed esperienze attorno a specifici soggetti di ricerca.
OPERE IN MOSTRA DAL 30 GENNAIO AL 18 FEBBRAIO 2024:
Caterina Erica Shanta
Calante, 2022
100×70 cm, grafite su carta
L’acqua è il legante delle due opere presentate nella prima project room di Salotto Longhena a Ca’ Pesaro del 2024 dedicata al lavoro di Caterina Erica Shanta. In Calante, una grafite su carta realizzata nel 2022, esposta nel disegno appeso a parete, l’intento è quello di riflettere la luce della stanza come se fosse uno specchio opaco. L’opera è un’indagine sul fenomeno dell’erosione costiera, e vuole porre l’attenzione su quel processo inesorabile accentuato ancor più dal cambiamento climatico e dagli eventi meteorologici estremi che modificano la geomorfologia delle coste. A questo processo elementale si somma l’azione umana, che attraverso i millenni ha costruito rive e porti per rendere più sicuro l’accesso al mare. È un dialogo errante tra le parti, che erode e costruisce la terra. In Calante questo dialogo è ridotto ai suoi minimi termini ossia: la porta d’acqua, il mare e la sua azione sulla costa.
Caterina Erica Shanta
En Ausencia, 2023
26:37 min, colore, suono
La seconda opera presentata nella project room è il film En Ausencia, a cui Calante fa da riflesso. Anche qui protagonista indiscussa è l’acqua e il suo futuro incerto a causa del cambiamento climatico. Presagi meravigliosi e allo stesso tempo terrificanti emergono attraverso i racconti dei sogni di persone che hanno aderito ad una open call pubblicata dall’artista a Città del Messico. Qui, dove il film è stato girato, l’acqua è spesso contaminata mentre quella potabile è un bene privato e monopolizzato. Ma non è sempre stato così. Il suo accesso è disciplinato dalle leggi del mercato come una qualunque altra merce. In questo contesto, l’acqua diviene un vero e proprio discorso politico, soprattutto dal momento in cui non ne viene garantito l’usufrutto ai cittadini e alla popolazione in modo equo e sostenibile. Secondo un punto di vista matematico filosofico elaborato dal Professor José Antonio Lino Mina dell’Università Politecnica de Madrid, intervistato all’interno del film, l’unica soluzione possibile implica una revisione dell’intero tessuto urbano di Città del Messico. A tal proposito una parte del girato è stata realizzata da Shanta nell’ultima zona di Città del Messico – ospitante 25 milioni di abitanti a 2500 metri di altezza – dove sono ancora visibili le propaggini del grande Lago Texcoco, oggi quasi del tutto prosciugato.
Il film, presentato qui per la prima volta, è stato progettato e filmato durante la residenza di ricerca a cui l’artista ha partecipato a Città del Messico nel giugno 2023, presso Lingue Sorelle a cura di Nina Fiocco per l’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico, diretto da Gianni Vinciguerra.