TERRY ATKINSON
Arte e linguaggio
15 novembre 2025 – 1 marzo 2026
Venezia, Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
Sale Dom Pérignon, II Piano
A cura di Elisabetta Barisoni, Elena Forin
La mostra presenta alcune fasi cruciali del lavoro di Terry Atkinson, uno dei più importanti artisti inglesi degli ultimi decenni. Recentemente entrata nelle collezioni della Tate Gallery di Londra, la sua opera si inscrive nel fronte della ricerca concettuale internazionale: la sua unicità tuttavia consiste nell’aver declinato profondi contenuti teorici in un linguaggio dal fortissimo valore visivo.
Nel 1968 Terry Atkinson fonda, insieme a David Bainbridge, Michael Baldwin e Harold Hurrell, Art & Language, un gruppo che intende dare voce alla necessità di mettere in discussione pratiche e rappresentazioni consolidate del sistema dell’arte: sulla forza di questa attitudine critica si sviluppa un dibattito che tra il ’68 e l’82 raccoglie intorno al gruppo quasi una cinquantina di artisti. Atkinson però, nell’evolversi delle ideologie del movimento, rintraccia aspetti che non gli appartengono più: è il concettualismo stesso,
secondo lui, a giungere gradualmente a una forma di inevitabile “calcificazione”, e dal 1974 egli abbandona la prospettiva del “Noi” per tornare a quella dell’“Io”.
Quando lascia Art & Language ha trentacinque anni e un percorso artistico già solido e ben consapevole. Il terreno su cui si svolge la sua indagine è quello del presente in cui vive e di cui mette in discussione le dinamiche. Le guerre, che ritiene forme di azione politica condotte con altri mezzi, sono uno dei suoi bacini di ricerca, ma da sempre, già prima dell’esperienza di gruppo, al centro del suo interesse c’è anche la volontà di indagare il linguaggio stesso dell’arte.
Da più di sessant’anni Atkinson lega infatti le dinamiche della storia dell’uomo a quelle dell’estetica, intrecciando le tensioni del comporre a quelle dell’individuo e del suo agire. In questa prospettiva tutta la sua opera è una mappa che disvela gli stretti legami tra immagini, simboli e testi. Nessuno di questi elementi è neutrale, e ogni dettaglio è una lente di ingrandimento sulla cifra del potere spesso nascosto in ogni messaggio: il suo è quindi un profondo lavoro di “conoscenza”, di studio del valore del tempo e delle attitudini dell’uomo nella partecipazione al tempo stesso.
Tra le sue serie più note, oltre a Enola Gay, ai Grease Works, alle Goya Series e ad American Civil War, sono visibili nell’esposizione le potentissime carte della serie Russell e un ampio corpus di disegni degli anni Sessanta.
La mostra è visitabile dal 15 novembre 2025 al 1° marzo 2026, con l’orario e il biglietto del Museo.
_