Ca' Pesaro

Ca' Pesaro

FLUENDO VERSO. Save poetry.

Percorso

Da anni Marco Nereo Rotelli è impegnato in una personale ricerca sulla luce e sulla poesia in forma d’arte. Gli esiti più salienti di questa sua particolare indagine, inerente la dimensione “aurea” della parola, vengono presentati a Ca’ Pesaro, che diviene il “fulcro” di un complesso e variegato progetto espositivo che coinvolge, per oltre un mese, varie sedi della città.
Due grandi panchine, “luoghi” di sosta e meditazione, accolgono il visitatore nella corte interna, all’ingresso del museo: esse costituiscono la “risposta” di Rotelli, allievo del grande Emilo Vedova, a una significativa lettera del maestro, ma rappresentano anche una sorta di reciproco “dialogo” tra l’artista e il museo.
Da qui il percorso si sviluppa nell’Androne longheniano, dove sono collocate due installazioni pervase di significati simbolici e suggestioni “dorate”.
Laborintus, una spirale di Porte d’Oro, composta da 30 vecchie porte recuperate in luoghi abbandonati del mondo e trasformate in pagine sulle quali l’artista ha dipinto poesie di differente senso e origine, si ispira alla metafora della “soglia”, vista come identità dell’essere. Così come una porta ha il compito di aprire o chiudere una casa o una stanza, le diverse parti che la compongono rappresentano “pagine” di poesia che si “aprono” a loro volta alla poesia del luogo, in questo caso gli evocativi spazi di Ca’ Pesaro.
Il tema dell’Arca, che trasporta e recupera anche identità e culture minori (quelle non considerate nel tempo della “globalizzazione”) permea L’arca del non è, costituita da differenti elementi riuniti in una piattaforma simile alla pianta di una gondola. Qui sono collocate “s-culture” realizzate in vari luoghi del mondo: dagli uomini d’oro, con i Masai del Kenia, alle sculture Rongo Rongo dei Rapa Nui dell’Isola di Pasqua, fino alle opere con i Bushman sudafricani.
Il colore dell’acciaio contraddistingue invece le opere presenti nelle due salette laterali, che si accompagnano alla video-installazione Venezia, tutti i passi della storia, dalla poesia Venezia che Mario Luzi dedicò a Rotelli nel 1998.
In Lux (realizzata per il Petit Palais di Parigi nel 2000) e Graal (cinque ovali di grandi dimensioni dove pittogrammi di differenti culture si sovrappongono, 2010) la capacità riflettente della materia crea una sinergia tra sguardo e verso dipinto, rendendo quasi visibile l’assioma che Harald Szeemann attribuì all’arte di Rotelli, ovvero “la verità è almeno doppia”.