Ca' Pesaro

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CARLOS GARDEL. La voce del Tango in una storia a fumetti di J. Munoz e C. Sampayo.

La mostra

Allestita nelle sale espositive al piano terra del Museo, e in sala 10 al primo piano, la mostra presenta le 109 tavole originali dipinte da José Muñoz per il volume Carlos Gardel, edito da Nuages, con sceneggiatura di Carlos Sampayo.

Una storia avvincente e misteriosa, tra Buenos Aires e Montevideo, sul filo della poesia a fumetti di due tra i maggiori interpreti odierni della bande dessinée.
Il lavoro di Muñoz e Sampayo rappresenta la loro variazione sulla vita del grande cantante: non un’interpretazione ma un’opera basata su alcuni aspetti della vita di un artista che è stato il più grande esponente della canzone popolare del Rio De La Plata e una delle voci più straordinarie del XX secolo.

Oltre agli originali sono esposti anche alcuni inchiostri che hanno sempre per soggetto Gardel, mentre in sala 10 trovano spazio una ventina di lavori a tempera e a tecnica mista di José Muñoz, riprodotti nel volume La Pampa y Buenos Aires (Edizioni Nuages), aventi per soggetto paesaggi e personaggi della pampa argentina.

Realizzata in collaborazione con la Galleria Nuages di Milano, in occasione dell’uscita dell’edizione italiana del volume e con il sostegno di DHL Express.
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Carlos Gardel nasce nel 1887 o nel 1890 a Tolosa, Francia, o a Tacuarembó, Uruguay, ma altre piste situano la sua nascita in luoghi ancora diversi. Muore a Medellín, in Colombia, il 24 giugno del 1935, in un incidente aereo, anche se non pochi sostengono che non sia affatto deceduto in quella circostanza. Nel corso della sua carriera incide più di 700 brani musicali e interpreta, da protagonista, otto produzioni cinematografiche.
Nel 2003 la sua voce è dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’Umanità. Carlos Gardel, ha reso nobile il tango portandolo dai bassifondi di Buenos Aires agli schermi di Hollywood.
Munoz e Sampayo, costretti a lasciare il loro paese negli anni ’70 a causa della dittatura, raccontando Gardel, simbolo di un’Argentina leggera e esuberante, esprimono tutta la nostalgia della loro infanzia sudamericana.
Sampayo costruisce un racconto allusivo, composto da scene reali o inventate. Da Buenos Aires a New York, dalla noncuranza politica di Gardel alla sua strana relazione con le donne, lo sceneggiatore di Alack Sinner accumula frammenti sino a dare l’immagine di un paese ottimista che, senza esserne cosciente, vive una libertà che, purtroppo, non ha sempre ritrovato.
Su questo racconto, nel suo tradizionale bianco e nero contrastato, popolato da tipi espressivi e da ambientazioni stordenti, Muñoz incolla immagini ammalianti fatte di ombre, di emozioni, di talento grafico arrivando a creare un mondo quasi irreale.
Affacciandosi sul simbolo del loro paese Muñoz e Sampayo hanno messo in scena un’Argentina che le dittature e le guerre civili hanno ridotto a un sogno inaccessibile.