Enrico Castellani, nasce nel 1930 in provincia di Rovigo. Nel 1957 si stabilisce a Milano, e diviene esponente attivo della nuova scena artistica. Stringe rapporti di amicizia e collaborazione in particolare con Piero Manzoni. Dopo prime esperienze di carattere informale, ispirate all’action painting americana, riconoscendo questo tipo di arte come maturo per un superamento, elabora con la collaborazione alla rivista Azimuth da lui fondata insieme a Manzoni, un nuovo inizio, che propone l’azzeramento totale dell’esperienza artistica precedente, basato su un nuovo patto con il progresso sociale.Tale azzeramento viene realizzato da Castellani insieme a Piero Manzoni e Agostino Bonalumi con l’utilizzo di tele monocrome (spesso totalmente bianche) estroflesse con varie tecniche in modo da creare effetti di luci ed ombre cangianti con l’inclinazione della sorgente luminosa. Si tratta di un’esperienza del tutto originale e considerata di fondamentale importanza nella storia dell’arte astratta del novecento, non solo per quanto riguarda la scena italiana, ma soprattutto di quella internazionale, la cui eco influenzò ed ispirò Donald Judd che in un articolo del 1966 definì Enrico Castellani padre del minimalismo.
Da allora Enrico Castellani avvia un percorso rigorosissimo di studio ed analisi delle possibilità fornite dall’estroflessione della tela mediante l’utilizzo di chiodi, centine e di sagome di legno e metallo inserite dietro la tela. Nel 1959 realizza la sua prima superficie a rilievo, dando vita ad una poetica che sarà la sua cifra stilistica costante e rigorosa e definendo ciò che la critica ha chiamato “ripetizione differente”, considerata da molti critici di estrema purezza, dove la ripetizione accuratamente scelta dei pieni e dei vuoti data dalle ritmiche estroflessioni della tela costituisce un percorso sempre nuovo, anche se coerente ed intenso.. Da allora il suo procedere continua a svilupparsi nell’ambito dell’estroflessione, ma nella sua compatta e coerente produzione ha realizzato e continua a farlo, opere che si discostano nettamente dalle superfici a rilievo, rivelando molto su temi a lui cari quali il tempo, il ritmo e lo spazio.