Pennisi è oggi tra i pochi che sappia parlare profondamente di morte, di angoscia e di dolore, e lo fa con la penna fine di chi ama il colore e la veste sgargiante del barocco; ma le opere di Pennisi è difficile che siano acquistate per stare esposte nelle nostre case; è vero che è così? Eppure vi voglio dire che i giornali e la televisione vi riportano oggi infinite sequenze di vere morti accadute, di cadaveri sul campo, vi scagliano contro compiaciute volti piangenti da ogni parte del mondo. E questo lo accettiamo. Accettiamo il solo spettacolo, così le ha ridotte il nostro modo di vivere, la nostra consuetudine ad assorbirle con il cibo quotidiano, novella e discussione comunione tra famiglia abitudinaria e morte davvero, chissà dove consumata, tanto reclamizzata da apparire notizia, immagini di spettacolo per il pasto, come per il circo romano la morte in diretta degli schiavi, cicalando e masticando.
Solo Pennisi sa darci quelle immagini che si rifiutano e ci danneggiano dentro, ci fanno soffrire e rifiutare, pensare e star male, morire dentro…
Il percorso della mostra si articola in tre spazi, Simulacri – Schermi- Grumi, che si legano tra loro nel motivo ispiratore che li genera.
L’idea di base è che la società nel suo complesso si esprime attraverso linguaggi ed immagini che vengono proposte nella finzione, per celare il significato profondo…
Simulacri sono immagini, tratte dalla realtà, fotocopiate in più copie, e facilmente identificabili nel loro messaggio. La manipolazione artistica cerca di andare oltre l’aspetto che appare per suggerire altri messaggi, che possono essere diversi in quanto condizionati dalla maggiore o minore capacità di percezione del fruitore. Quale è, allora, il vero messaggio celato nella forma conosciuta?
Schermi sono volti o mani, imprigionati o compressi in spazi ridotti, tra forme repressive (sbarre, filo spinato, muri) e pareti di marmo. Celano la propria condizione umana in una finzione di apparente benessere e/o distacco; (schermare, coprire il proprio disagio interiore nell’apparire attraverso lo mediazione rarefatta dello schermo).
Grumi punto di incontro-coaugulo dell’esistenza umana. L’individuo, una volta definita la forma-simulacro con cui presentarsi, si auto-accetta attraverso la rappresentazione schermata di sé.
Simulacri-Schermi-Grumi sono i germi della figura umana esemplificata dal massacro, conseguenza ineluttabile dei processi precedenti. Il prigioniero è il simbolo di questo processo: il simulacro, lo schermo della coscienza, il grumo di carne.
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Saggi tratti dal Catalogo
– Nell’arte… la via ossimorica di Paolo Pennisi.
Sul destino di una vera e propria contraddizione estetica
di Massimo Donà
– Incontro con l’artista: segno, colore, progetto
L’artista comunica il suo sentire e il suo operare confrontandosi con gli studenti del Dipartimento di storia e critica delle arti del prof. Giuseppe Mazzariol durante una lezione tenuta nel 1988 all’università di Venezia