La mostra
In occasione del sessantesimo anniversario della Liberazione si è voluto rendere omaggio alla Partigiana e al movimento della Resistenza con una mostra nella quale vengono esposti al pubblico per la prima volta, accanto al ‘ritrovato’ monumento di Leoncillo, i bozzetti in bronzo relativi al concorso che nel 1964 la città di Venezia ha indetto per erigere il nuovo monumento alla Partigiana.
La grande maiolica policroma di Leoncillo sarà accostata alle opere di Augusto Murer (uscito vincitore dal concorso), Carlo Conte, Napoleone Martinuzzi, Ennio Pettenello e Romano Vio, di carattere realistico; di Marcello Mascherini, Giovanni Paganin e Giuseppe Romanelli improntate ad una maggiore stilizzazione.
Sarà proposto inoltre il bozzetto in maiolica che Leoncillo aveva modellato nel 1955 e che la partigiana Taina Dogo Baricolo ha donato all’Istituto Veneto per la Resistenza.
Tutte le sculture, comunque, sono ascrivibili all’ambito figurativo e si inseriscono nella diffusa iconografia di monumenti dedicati alla Resistenza, di più agevole lettura popolare e di maggiore impatto emotivo rispetto alle soluzioni astratte.
Pur nello stacco netto rispetto al monumento distrutto nel 1961, la proposta di Murer è quella che più si avvicina a una delle prime sculture che Leoncillo aveva dedicato alla Resistenza già nel 1944; del tutto nuova è però l’idea del corpo fluttuante a pelo d’acqua nella coraggiosa e originale ubicazione sull’estremo lembo della Riva dei Sette Martiri, con la collaborazione di Carlo Scarpa.
Assieme alle sculture del concorso sono esposte altre opere di artisti italiani che hanno partecipato alla Resistenza e che hanno testimoniato con la loro arte i drammi della lotta antifascista.
Di Armando Pizzinato si possono vedere disegni poco noti eseguiti tra il 1943 e il 1965 provenienti dall’Archivio dell’artista da poco scomparso; sarà esposto inoltre nell’androne del Museo il grandioso dipinto del 1949, Un fantasma percorre l’Europa, donato dal pittore e, date le dimensioni eccezionali, conservato nei depositi.
Ancora dalle collezioni di Ca’ Pesaro sono in mostra le serigrafie che Renato Guttuso ha realizzato nel 1981 sui propri disegni del 1943, dalla celebre serie Gott mit uns.
La rassegna si conclude con la testimonianza dell’olocausto affidata alle opere di Zoran Music: sei incisioni e un dipinto dal ciclo Non siamo gli ultimi, eseguiti negli anni ‘70 sulla scorta degli ‘appunti’ che l’artista, oggi ultranovantenne, ha steso durante la prigionia nel 1944-45.