Ca' Pesaro

Ca' Pesaro

KUNIAKI KUROKI. The Rimpa and Hiroshige. L’estetica giapponese espressa attraverso il vetro.

Percorso

I lavori di Kuroki offrono a Ca’ Pesaro molteplici stimoli: non solo i puntuali collegamenti con opere antiche delle collezioni del Museo d’Arte Orientale, ma anche un’occasione di riflessione sull’approccio all’antico di un autore contemporaneo dell’area culturale dell’estremo Oriente.
A Kōrin e alla raffinata decorazione Rimpa si ispira una serie di oggetti – lanterne, vasi, paraventi, incensieri – in vetro a strati con fiori e foglia d’oro; alle Stazioni di Hiroshige si collegano singolari paesaggi di vetro, “quadri” e pannelli, ma anche vasi, scatole, mobili, e ancora lanterne e paraventi, in cui il tema della veduta assume un’insolita caratteristica tridimensionale e la sapiente lavorazione restituisce splendidamente i toni chiari e le sfumature di colore delle celebri stampe ukiyoe.
In tutte le opere in mostra Kuroki utilizza processi di lavorazione assai articolati e complessi con cui il vetro è ottenuto e trattato in modi diversi e arricchito dall’inserzione di foglie d’oro e di platino come nella tradizione del makie, la lacca dorata giapponese.
Il gioco di rimandi è reso prezioso dalla presenza in mostra di due abiti di seta dell’inizio dell’Ottocento, appartenenti alla collezione del Museo d’Arte Orientale, scelti per la puntuale relazione con le opere di Kuroki ed esposti al primo piano, in sala 10. Le loro decorazioni a ricamo (il pavone) e dipinte (le stazioni del Tōkaidō di Kuwana e Kambara) sono sorprendentemente vicine a quelle che Kuroki realizza in vetro.
Il Museo d’Arte Orientale espone anche alcune xilografie originali di Hiroschige appartenenti a una delle più belle serie del Tōkaidō a fogli verticali.
È, quella di Kuroki, un’ottica di atemporalità estetica, in cui si fondono la perizia tecnica – perseguita con sacrale ricerca della perfezione utilizzando il vetro, materiale puro e trasparente ma capace di infinite possibilità di forma e colore – e il rapporto con le radici della più alta tradizione artistica giapponese, in una dimensione che supera la storia ma recupera l’archetipo: una visione iniziale che nella storia si esprime e ritorna, anche in forme e materie diverse.