Le “Cinquantatre stazioni del Tōkaidō” di Hiroshige
Nel periodo Genroku si afferma anche un nuovo canone estetico, il cui fulcro è il concetto di ukiyo “mondo fluttuante”. L’ukiyoe, la pittura del mondo fluttuante, esaltava l’estetica dei nuovi ceti della borghesia cittadina, la passione per i teatri, gli attori, le cortigiane, i paesaggi e per questo ebbe la massima diffusione e popolarità. Quest’arte ci è nota attraverso la produzione xilografica di grandi maestri tra cui i celeberrimi Utamaro (1753-1806), Hokusai (1760-1849) e Utagawa Hiroshige (Tokyo 1797-1858).
A quest’ultimo si deve la serie di xilografie policrome Cinquantatre stazioni del Tōkaidō, realizzata tra il 1833 e il 1834.
L’opera rappresenta un dettagliato “diario di viaggio” per immagini lungo la strada costiera di Tōkaidō, la più importante dell’epoca, voluta da Tokugawa Yeyasu, il primo shogun del governo feudale.
La via, lunga oltre cinquecento chilometri, congiungeva Edo, l’attuale Tokyo sede del nuovo governo a Kyōto, l’antica capitale dove risiedeva ancora l’imperatore.
Le stazioni erano luoghi in cui ci si doveva fermare ed esibire il proprio lasciapassare, e dove i viaggiatori trovavano alberghi, cavalli, trasportatori di merci, traghettatori, palanchini.
Dopo aver completato il percorso, nell’autunno del 1832, Hiroshige fece ritorno a Edo e iniziò a produrre illustrazioni che rappresentavano vividamente ciò che aveva visto.
Il risultato fu una serie di 55 stampe che ebbe un successo strepitoso. In questo genere egli rivelò un talento particolare divenendo uno dei paesaggisti più in voga della sua epoca.